La pratica religiosa come risorsa per l’integrazione sociale dei migranti Una ricerca nell’area metropolitana genovese

La pratica religiosa come risorsa per l’integrazione sociale dei migranti Una ricerca nell’area metropolitana genovese
La ricerca è stata possibile grazie al contributo economico dell’ Otto per mille della Chiesa Valdese.
L’equipe di Ricerca è formata da: Supervisione Scientifica: Francesca Lagomarsino, Andrea T.Torre, Maurizio Ambrosini – Coordinamento: Andrea T. Torre – Ricercatori: Sil-via Nocentini, Luana Castellani, Edoardo Corradi

Dall’introduzione di Francesca Lagomarsino
“La ricerca , centrata sul territorio della città di Genova, si è svolta prendendo in considerazione diversi luoghi di culto appartenenti a tre diverse confessioni religiose. In particolare, una chiesa cattolica caratterizzata dalla presenza di un gruppo significativo di immigrati latinoamericani (soprattutto ecuadoriani e peruviani ma non solo) e supportata periodicamente da padri cappuccini peruviani. Due chiese evangeliche di diverso orientamento (una metodista-valdese e una evangelica pentecostale) a cui afferiscono un numero elevato di immigrati in particolare latinoamericani. E infine ….centri islamici……..In questo senso abbiamo fatto riferimento al recente lavoro di Ambrosini, Naso, Paravati (2018) in cui vengono messe in relazione tre ricerche svolte in tre diversi contesti religiosi che coinvolgono fedeli migranti .
La scelta di queste realtà nasce da differenti considerazioni metodologiche. Innanzitutto abbiamo cercato di individuare le realtà che sul territorio erano più conosciute o significative per numero di partecipanti ed erano identificate come luoghi di aggregazione di comunità di stranieri. Inoltre abbiamo individuato quelle realtà che sono state disponibili ad accogliere i ricercatori nelle loro chiese e sale di culto e si sono mostrati disponibili a collaborare con noi.
Rispetto ad altri argomenti di ricerca il tema delle pratiche religiose tocca infatti aspetti molto delicati e personali, in quanto si chiede agli intervistati di mettere a nudo elementi delle proprie scelte di vita che toccano sfere intime e soprattutto che nell’attuale contesto sociale altamente secolarizzata potrebbero essere percepite dall’esterno come “ridicole”, antiquate e socialmente poco valorizzate. Non a caso Maurizio Ambrosini sottolinea come uno dei temi centrali nel rapporto complesso tra religiosità e immigrazione risiede nel “conflitto tra la religiosità degli immigrati e la progressiva secolarizzazione delle società europee. Sotto entrambi i profili, credenze, legami e pratiche religiose sono considerate fondamentalmente patologiche ai fini della convivenza e dell’integrazione sociale”

E’ in corso di redazione il report finale che verrà pubblicato e presentato ad inizio 2020.

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